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Opere inedite di Paolo Febbraro

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Cassandra

«La poesia è inutile perché è inutile
predire il presente. La città vuole
giacere ingombra di precise
rovine, mobili ancora
quando già il sonno diroccato le abbraccia.
Ah la fanciulla che chiude gli occhi
la notte ed al mattino per gli stessi
pensa di vedere! E cosa, se non fosse
intrisa come me dei minerali
miei sogni? M’inoltro diurna
fra quotidiani ciechi, li scanso
all’ultimo ferendomi ai loro ferri
da lavoro, donna di esatta pazzia
invendicata dalla tenerezza».



Cassandra, ancora


«Arse le palpebre nel rogo greco,
volto di calce, sono sola
e moderna. Ho visto troppo. Roseo
di guance un viaggiatore astuto
si dirà cieco della mia veggenza
e ritmerà di eroi e bronzo e dèi
per banchetti, popoli e ginnasi.
Splendore rinato di sillabe
in me si spoglia, e sogni neri.
Da questo attrito usata e smessa,
materia e ombra di visite future».



Cassandra, ultima


Sposa di terremoti, dissennata
frattura non so se prima o dopo
fu il gravido cavallo di Odisseo
o il libero dominio che accatasta
milioni. Ma vedo e non sono
più pazza, ma entrata in un destino,
docili guardie ai contorni,
mia santa diminuzione.
E intanto che la storia mi convince
di mura, e abbracci, e seme,
la terra suggerisce
“A terra, insieme”.






(vedi sito http://poesia.blog.rainews24.it/2011/12/12/opere-inedite-paolo-febbraro/
a cura di Luigia Sorrentino)


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